Gli Stati Uniti puntano sulle abitazioni modulari

L’assoluta carenza di immobili disponibili nella Silicon Valley, conosciuta per ospitare alcune delle più grandi multinazionali del settore hi-tech, ha spinto i vertici di Google a preparare una rapida espansione nel mercato immobiliare per assicurare alloggi temporanei ai propri dipendenti. Attualmente il colosso di Mountain View, è in trattativa con Factory OS per l’acquisto di circa 300 abitazioni modulari. A riportarlo è il Wall Street Journal, secondo cui il totale valore dell’operazione si aggira intorno ai 30 milioni di dollari.

Secondo gli esperti del settore, il perfezionamento delle tecnologie per la costruzione di abitazioni modulari, potrebbe portare alla discesa dei prezzi delle abitazioni nella Bay Area fino al 50%.

John Igoe, a capo del reparto Costruzione & Design di Google, ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni:”Siamo interessati a tutto ciò che può aiutarci a progredire nel costruire case nel modo più efficiente possibile.” Riferendosi alle abitazioni modulari continua dicendo:”Siamo assolutamente fiduciosi che funzionerà.

A dire il vero, fino a questo momento, in California e a New York, i primi tentativi di costruire e vendere abitazioni modulari non sono andati benissimo. La richiesta è bassa, ed i costi di produzione non si discostano troppo da quelli di un immobile classico. Le previsioni per il futuro, lasciano però speranza; i costi verranno quasi dimezzati e la richiesta, data la totale carenza di immobili sul mercato, per forza di cose dovrà aumentare.

A San Francisco dal 2009 ad oggi gli affitti sono saliti del 98%. Non solo Google, anche Facebook, sta iniziando a mobilitarsi per garantire degli alloggi temporanei ai propri dipendenti. Mark Zuckenberg ha promesso di costruire circa 1500 unità a Menlo Park.

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