Investire in una casa prefabbricata

Investire nel mattone è bene, certo. Ma, se il mattone è ecosostenibile, è anche meglio. E non solo per l’ambiente, ma anche per il portafoglio. Chi investe nella bioedilizia, infatti, non solo può godere di bonus fiscali nell’immediato, ma nel lungo periodo ci guadagna grazie ai notevoli risparmi in bolletta (che di fatto può addirittura essere azzerata).

Il panorama delle costruzioni ecosostenibili è davvero vasto, anche se negli ultimi anni, soprattutto in Italia, una delle fette più importanti del mercato è rappresentata dalle case prefabbricate in legno. Mentre l’ultima frontiera della bioedilizia è rappresentata dalle case stampate in 3D con materiali naturali. E ormai non è solo una nicchia di privati che sceglie una casa ecosostenibile e prefabbricata.

Case prefabbricate in Italia

Come si diceva, in Italia recentemente è cresciuto molto il mercato delle case prefabbricate, principalmente quelle in legno. Gli ultimi dati disponibili sono quelli del secondo Rapporto Case ed Edifici in Legno del Centro Studi Federlegno Arredo Eventi, risalgono al 2017 su riscontri del 2015 (la terza edizione del report è attesa a primavera 2019) e ci dicono che allora erano state realizzate 3.400 nuove case prefabbricate in legno (7% sul totale dei permessi di costruire nel 2015).

Sempre nell’ultimo anno preso come riferimento, il 2015, un’abitazione su 14 era realizzata in legno. Il valore complessivo generato dalle case prefabbricate in legno era di 696 milioni di euro, tra costruzioni realizzate, sia residenziali (89%) che non residenziali. E per il prossimo report è lecito aspettarsi un ulteriore incremento, perché la crescita del mercato delle case prefabbricate va di pari passo con l’avanzamento tecnologico delle sue finiture e dotazioni.

Per ora, la maggior parte delle case prefabbricate in legno si concentrano al Nord. La distribuzione territoriale delle abitazioni costruite dalle aziende dell’indagine (per una quota pari al 60% del totale, circa 1200 abitazioni), sono state costruite prevalentemente in LombardiaTrentino-Alto Adige e Veneto.

Una fotografia che più o meno rispecchia anche la distribuzione geografica delle aziende produttrici. La maggioranza delle imprese (51, pari al 21%) ha sede legale in Lombardia, seguita dal Trentino-Alto Adige con il 17% e dal Veneto, in terza posizione, con il 15%. Considerando invece il fatturato generato da queste aziende, le proporzioni cambiano, con il Trentino-Alto Adige – dove sono ubicate le imprese più grandi del settore – al primo posto con il 46% del fatturato degli edifici di legno prodotti nel 2015, seguito dalla Lombardia con il 15% e del Veneto con il 9%.

Case prefabbricate pro e contro

Queste costruzioni, infatti, sono in grado di innescare un circolo virtuoso che coinvolge sia tematiche di ecosostenibilità che di risparmio economico. Lo ha spiegato a idealista/news Marco Vidoni, presidente di Assolegno: “Il legno è uno dei più antichi materiali da costruzione, proveniente da una risorsa rinnovabile, quale il bosco. La gestione poi dei nostri soprassuoli boschivi permette, attraverso la selvicoltura, un beneficio sociale in termini di difesa dal dissesto idrogeologico, presidio delle aree montane di tipo marginale e consente reddito dove la disponibilità di lavoro è minore”.

Sempre secondo Marco Vidoni di Assolegno: “Un edificio realizzato attraverso un’ossatura in legno è di per sé più leggero e quindi risente meno del sisma e allo stesso tempo, viste le intrinseche proprietà di isolante del legno, consente un risparmio energetico notevole, nobilitando la costruzione verso le classi energetiche più performanti”.

Proprio per questo “sempre più persone si stanno avvicinando al mondo delle case green – spiega Vidoni a idealista/news – sicurezza abitativa, comfort abitativo e ridotto impatto ambientale sono le parole chiave di tale tipologia costruttiva”.

Nazione Quota per Paese sulla produzione europea
Germania 23% (1.869 unità)
Regno Unito 19% (1.538 unità)
Svezia 16% (1.312 unità)
Italia 9% (704 unità)
Austria 8% (619 unità)
Resto dei Paesi europei 26% (2.142)

Sin qui, i pro. A voler analizzare i contro si potrebbero prendere in considerazioni i costi. Perché per le soluzioni a più alto risparmio energetico (ci sono anche case prefabbricate che producono più energia di quanta ne consumano) i prezzi possono essere molto alti (anche se col tempo vengono ammortizzati dall’enorme risparmio in bolletta).

Altro elemento di incertezza potrebbe essere rappresentato dai dubbi sull’eventuale rivendita. Essendo un segmento di mercato di ultimissima generazione, ancora non esiste uno storico che faccia da riferimento per delineare i parametri di un vero e proprio mercato delle case prefabbricate usate. Quindi, chi acquista una struttura del genere, ancora non può sapere se e quanto si valuterà o svaluterà.

Bioedilizia, mutui agevolati e bonus

Per le costruzioni in bioedilizia, tra l’altro, sono previsti i cosiddetti mutui verdi a tassi agevolati, che possono finanziare l’acquisto di una casa con classe energetica Ao superiore. Si tratta dell’Energy Efficient Mortgages Pilot Scheme, un sistema di raccolta dati per agevolare l’erogazione di finanziamenti a condizioni agevolatemirati a diffondere l’efficienza energetica e ambientale delle abitazioni europee.

L’obiettivo è di rendere più conveniente e quindi incentivare la scelta di una casa in bioedilizia. Entro il 2030, nelle intenzioni delle direttive dell’Unione europea, le emissioni di carbonio dovrebbero essere ridotte del 40% rispetto al 1990. Le prime banche italiane che hanno aderito al progetto sono state Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco BPM, BPER Banca, Crédit Agricole, Friulovest Banca, Volksbank Alto Adige.

Fino a pochi anni fa gli istituti di credito concedevano a fatica i mutui per la realizzazione di edifici in bioedilizia, adesso la situazione sta progressivamente migliorando grazie all’impegno della Federazione nella divulgazione delle peculiarità che tali edifici presentano. L’avvicinamento degli Istituti di Credito è un passaggio fondamentale per arrivare ad avere una crescita del settore“, puntualizza Vidoni.

Oggi, non solo la maggior parte delle banche accetta le richieste dei mutui per la realizzazione di case in legno, ma propone modalità di finanziamento in linea con le tempistiche di realizzazione, cercando di agevolare nella quotidianità sia l’impresa di costruzione che il committente. In linea generale, infatti, gli istituti di credito sono in grado di finanziare fino al 70-80% dell’investimento e in alcuni casi offrire sul mercato prodotti finanziari in grado di coprire l’acquisto combinato di terreno e casa.

 

Fonte: idealista news

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